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mercoledì 2 dicembre 2015

L'incastro perfetto

Ore sei di un freddo mattino di dicembre: il suono della sveglia di mamma (che oggi inizia a lavorare prima del solito), a cui generalmente Trottols è immune, scuote stamane il diavoletto biondo, evidentemente colto in fase di sonno rem.
Dal buio della cameretta si alza una voce pericolosamente sveglia e squillante: "Mamma, papà, è già mattina?"
"No Giulia, dormi, manca ancora un'ora alla tua sveglia" e a quella di papà, aggiungerei.
"Posso venire nel lettone?"
Ora, Trottols è stata abituata a dormire dal suo primo giorno di vita nel lettino della sua cameretta e di dormire con mamma e papà non se ne è mai nemmeno parlato, ma Trottols sa che se fuori sta albeggiando può intrufolarsi tra le lenzuola del lettone (cosa che evita, soprattutto nei weekend estivi, di fare alzare mamma e papà alle cinque del mattino).
"Va bene Giulia," risponde mamma, che tanto è già in piedi e si sta preparando, "ma lascia dormire papà."
Eh, certo, siamo a posto.
Uno scalpiccio di piedini sul parquet mi avvisa che Trottols sta percorrendo il corridoio; il maledetto e rumoroso sonaglio del pupazzo Cocci, con il quale Trottols dorme e che tante notti mi ha svegliato anticipa l'arrivo del diavoletto che, armata di Cocci, Papo (fortunatamente silenzioso) e di una botiglia di acqua buona senza la quale non va nemmeno in bagno, si infila sotto le coperte al posto ancora caldo di mamma.
Nel frattempo io sto facendo del mio meglio per non svegliarmi nonostante il trambusto e godere ancora di un'oretta di sonno, ma basta un secondo per farmi capire l'irragionevolezza del mio desiderio.
"Papà, mi apri l'acqua buona?" Trottols sembra già sveglia come un grillo.
"Va bene Giulia, ma poi dormi", mugugno con la voce impastata, cercando ancora di non arrendermi all'inevitabile.
Il diavoletto beve, appoggia la bottiglietta sul comodino e si accomoda, cercando di trovare una posizione. Nel processo mi rifila due potenti calci alla bocca dello stomaco, una testata allo sterno ed una ditata in un occhio (fortunatamente chiuso).
Se i successivi cinque minuti fossero un videoclip il tappeto sonoro sarebbe quello di una pizzica indiavolata: Trottols infatti assume, in rapida sequenza, le seguenti posizioni:

#1
Piedi appoggiati di scatto sulla pancia di papà, pericolosamente vicini a dove il basso ventre smette di chiamarsi ventre, corpo di traverso rispetto alla normale direzione nord-sud, faccia quasi fuori dal letto.
#2
Rotazione di 90° in senso antiorario, che porta la testa all'interno della proiezione del leto, ma i piedi in faccia a papà.
#3
Controrotazione di 270° e movimento direzione nord, che la fa finire schiacciata di traverso tra testiera del letto e cuscino, sul quale è peraltro appoggiata la mia testa. Evito il rischio di soffocamento da sederino trottolesco solo rotolando dall'altra parte del letto ed appoggiandomi su un fianco.
#4
Trottols mi insegue ed improvisamente trova l'incastro perfetto: si schiaccia con la schiena contro il mio petto, afferra il mio braccio, se lo arrotola intorno al collo a mo' di sciarpa, prende la mia mano tra le sue e sorride ad occhi chiusi.  

Mentre si addormenta di schianto mi sembra quasi di sentire la sua vocina che dice: "Così sì che è giusto..."

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