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venerdì 23 gennaio 2015

Leggere




Oddio, in effetti "leggere" è un po' un'esagerazione, ma da qualche tempo Trottols, a cui sembra ieri che cambiavamo i pannolini sul fasciatoio mentre gorgheggiava, felice ma in modo completamente inintelligibile, è in grado di distinguere tutti i numeri e le lettere dell'alfabeto a condizione che siano maiuscole.

Compresa la differenza tra J e Y.

Sarà che in casa c'è sempre qualcuno con un libro o con una rivista in mano, sarà che Trottols da quando aveva sei mesi mostra una passione smodata per libri, libricini e publicazioni varie, ma la piccola ormai "legge" tutto quello che le capita a tiro: magliette di mamma e papà, cartoni del latte, piani del display dell'ascensore, insegne di negozi, cartelli stradali ("Papà guarda!, Cinque zero!"), persino i tombini del percorso casa-asilo ("A...E...M... I...P...")...

Certo, nel mondo reale non tutto è scritto in stampatello. Anzi, quasi tutto è scritto in corsivo. Ed in effetti è abbastanza complesso (e talvolta comico) spiegare ad una treenne, per quanto sveglia, che nella sillaba "Il", messa all'inizio della frase, la prima stanghetta è una "i" maiuscola, mentre la seconda è una "l" minuscola.
 "No papà, ti sbagli. La L è fatta come un calzino, non lo sai? Qui ci sono due stanghette, quindi si legge ii."

"E qui, Giulia? Cosa c'è scritto sulla maglietta del papà?"

"Allora... A" (chiaro, è la prima lettera, è scritta in maiuscolo, quindi è facile)
"Poi... C" (che tutto sommato è simile in stampatello ed in corsivo, quindi non presenta grandi dilemmi...)
"Poi.... Poi... Poi..." (e qui ti voglio; la e minuscola non la consciamo ancora) "Ma che lettera è? Ah sì!" Sorrisone. "E' una c fatta male!"

Genio puro.
 

mercoledì 7 gennaio 2015

Dialoghi di viaggio

I cinque minuti cinque del percorso casa-scuola materna mano nella mano con Trottols riservano ormai quasi quotidianamente spassose sorprese.

Dialogo 1

"Papà, ma cosa fanno i puliziotti?"
"Poliziotti, trottols, poliziotti. Vediamo, cosa fanno i poliziotti?" 

E qui nasce il primo vero dilemma morale dell'educazione di trottols. La parte di me che a quindici anni inveiva la domenica pomeriggio in curva contro i celerini con le vene del collo gonfie al limite dell'esplosione vorrebbe ripescare dalla memoria tutti i cori e ripeterli con la medesima foga. La parte di me che sa che di lì a un paio di giorni Trottols ripeterebbe i suddetti coretti nel suo lettino al momento della nanna, scatenando l'ira funesta di sua madre (che oltre ad essere un tutore dell'ordine sarebbe poi mia moglie) scende, a malinucore, a più miti consigli.

"I poliziotti aiutano chi è in difficoltà e fanno rispettare le regole."
"E se uno non rispetta le regole cosa gli fanno i poliziotti?"

Rimandando a un secondo momento lo spiegone su fermo di polizia, richiesa di convalida del pm, convalida del giudice, eventuale ricorso al tribunale del riesame e misure alternatve alla detenzione, taglio corto:

"Se uno non rispetta le regole i poliziotti lo mettono in prigione."
"Cos'è la prigione, papà?"
"La prigione è il castigo dei grandi."
"E come è fatta la prigione?"
"E' una stanza buia e fredda con un letto scomodo e una finestrella piccola." Oddio, non è che sia proprio così in tutti i casi, e non è che sia nemmeno così facile finirci dentro, ma ci sarà tempo per i distinguo...
"E come si mangia in prigione, papà?"
"Male. Generalmente si mangia male."
"Ah, se si mangia male allora non ci voglio andare in prigione. POZZANGHERA!"

E felice di aver scampato il pericolo gattabuia, trottols si lancia a piè pari in una pozzanghera di cinque centimetri di profondità, schizzando acqua fangosa in un raggio di tre metri.

Dialogo 2

Stiamo camminando spediti verso la scuola (oggi non piove e quindi non ci sono le numerose pause-pozzanghera...) quando, a meno di tre metri da noi, un automobilista palesa tutto il suo malcontento verso una mamma che ha parcheggiato il suo SUV in doppia fila per accompagnare il pargolo undicenne fin dentro la classe, con una sonora strombazzata. Trottols, a cui i rumori forti non piacciono per nulla, trasalisce:

"Papà, cos'era quello strano rumore?"
"Era un tato che ha suonato il claxon..."
"Perchè ha suonato il classòn?"
"Perchè l'altra macchina non lo faceva passare."
"E perchè l'altra macchina non ha suonato?"
"Perchè non c'è sopra nessuno, Trottols.
"No, io credo che è perchè la macchina è rotta. Tato, hai rotto il classòn!"

Teste che si girano, sguardi di disapprovazione delle mamme che come me stanno accompagnando i figli a scuola. Vagli a spiegare la differenza tra claxon e organo genitale maschile pronunciato in bambinese...