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mercoledì 30 luglio 2014

Il Re è Nudo

Inizia con questo post una rubrica, che verrà aggiornata saltuariamente quando trottolizia fornirà materiale per farlo, e che è stata chiamata appunto "il Re è Nudo" in omaggio alla famosa fiaba I vestiti Nuovi dell'Imperatore di H.C. Andersen.

La logica dei bambini è strana e senza filtri e spesso i loro ragionamenti conducono in luoghi in cui noi adulti non vogliamo o possiamo avventurarci, per convenzioni sociali, educazione o semplicemente perchè ragioniamo in modo diverso. A volte i risultati sono sorprendenti ed umoristici.

Sabato pomeriggio di mezza estate, vado da Rocco, il mio fido parrucchiere, per l'ultima regolata ai capelli prima delle vacanze. E' la fine di luglio e, sedutomi sulla sedia, richiedo a gran voce "Taglio Estivo!". Rocco annuisce, afferra la macchinetta e mi riduce come nemmeno Elvis Presley alla visita di leva.
Alla fine, tutto tronfio del mio comodo taglio, mi rimiro nello specchio, facendo finta di non notare tutto il rosa che inizia a scorgersi tra i capelli che, purtroppo ormai è innegabile, vanno sempre più diradandosi.

Arrivato a casa vengo squadrato da capo a piedi da trottolizia, che da quando ha capito che prima o poi le taglieranno i lunghi capelli biondi è molto sensibile all'argomento. La piccola mi guarda dal basso in alto, socchiude gli occhi un attimo, poi li spalanca in un inequivocabile moto di comprensione, si rivolge alla mamma e sorridendo le dice:

"Guarda mamma! Papà ha quasi finito i capelli!"

Il Re è nudo, appunto.

venerdì 25 luglio 2014

Ipad di papà

Che bello arrivare stanchi a casa dopo un giorno di lavoro sapendo che c'è tua figlia che ti aspetta. Quell'esserino che prova per te un amore incondizionato, per la quale tu sei tutto il mondo.
Che bello infilare la chiave nella toppa, aprire la porta e vedere trottols illuminarsi dal'altra parte della sala, che bello vederla saltare in piedi e correre attraverso la stanza con un sorriso radioso stampato sul volto, che bello quando abbraccia forte forte le gambe di papà gridando "Ciauuuuuuu!!!!", che bello quando poi alza la testolina bionda, ti guarda ridendo e dice....

"Ipad di papà"

Ipad di papà?

Ma razza di piccola paracula prezzolata.
Tralasciamo per un attimo il fatto che quando mi hai abbracciato forte forte le gambe mi hai anche allungato una poderosa testata nei marroni, e questa cosa si ripete tutte le sere, TU non sei contenta di vedermi in assoluto, TU sei contenta di vedermi perchè tua madre, esausta, esaurita ed esasperata dalle tue frequenti, fragorose e fracassanti richieste, ti ha promesso che l'ipad l'avresti avuto dopo cena, all'arrivo di papà.

E adesso che papà è arrivato TU, piccola dipendente in nuce di Equitalia dal sorriso mefistofelico, passi immediatamente all'incasso. E nel giro di due secondi, casomai io non avessi capito, ripeti la domanda.

"Ipad di papà?"

"Ciao Giulia, anch'io sono contento di vederti, anche tu mi sei mancata un sacco..."
"Ipad di papàaaaaaaaaaaaa!!!"
"No, l'ipad lo puoi avere dopo cena, come sempre, adesso mangiamo."

"Pattapetto, poi ipaaaaad!" gridi, dirigendoti felice verso il seggiolone.

Una forchettata di pasta al pesto, ti togli la bavaglia e "Ho finito. Ipad?"

"No, Giulia, non hai finito. Vedi quanta pasta c'è ancora nel piatto?"

Seconda forchettata. "Adesso ipad?"

"No, secondo me hai ancora fame. Mangia ancora un po'."

E qui il diavoletto biondo della Tasmania inserisce la velocità warp e nel giro di ventisette secondi netti la pasta sparisce dal piatto.

"Adesso ho finto pasta. Ipad?"

"Aspetta, Giulia, prima devono finire mamma e papà, se no ti strangolerai sempre col cibo"

Avete presente la faccia da fiducia tradita? Ecco, Giulia è bravissima a trasmettere il concetto "questo non era nei patti" con l'espressione del volto, visto che con le parole ancora non ci arriva. Soffoco a stento una risata ammirata ed affondo la forchetta nel piatto.

"Hai finto papà?"

"No Giulia, vedi che il piatto è ancora mezzo pieno? Non è che posso soffocarmi con la pasta per il tuo ipad."

Mangiare con un gufetto biondo appollaiato sul seggiolone che ti scruta e ti incita ad andare avanti non è una bella esperienza. Fortunatamente la piccola non sa ancora tamburellare con le dita sul tavolo...

"Adesso hai finito, papà. Ipad?"

"Sì, ho finito il primo. Adesso mangio la frutta e poi mi alzo per darti l'ipad"
 
"NOOOOOOOOO!!! FRUTTA NOOOOOOO!!!! IPAAAAAAAD!!!"
 "IPAAAAAAAAD!"
 "IPAAAAAAAAAAAD!"

"IPAAAAAAAAAAAAAAAD!"

Visto che la banana sta andandomi di traverso peggio della pasta, decido di capitolare.

"Ecco l'ipad, Giulia, cosa vuoi? Peppa Pig?"

"No. Jingle Bells"

"Giulia, è il venti di luglio... Jingle Bells si ascolta a Natale!"

"Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle Bells!"

Dashing through the snow, in a one horse open sleight...

martedì 22 luglio 2014

Azziti, papà!

Sabato (o domenica, o qualsiasi giorno festivo infrasettimanale).  
Mattina presto.
Ma presto presto, tipo che il sole è ben lontano dal sorgere, le strade sono deserte, non c'è in giro nessuno a parte i panettieri, gli edicolanti e gli sfortunati possessori di cani.

Nel buio della stanzetta due piedini scavalcano silenziosi il bordo del letto e atterrano sul parquet; una manina afferra il fido Papo e un piccolo ninja biondo inizia a muoversi senza fare il minimo rumore attraverso il corridoio, in direzione della camera di mamma e papà.
Una volta sulla soglia, accertatasi che i due genitori stiano dormendo saporitamente, trottolizia si avvicina alla mamma, che dorme dalla parte del letto più vicina alla porta della camera. La guarda inclinando la testa, poi guarda Papo e gli sussurra: "Non fare rumore piccolino, che la mamma dorme e non bisogna svegliarla". Quindi inzia con circospezione la circumnavigazione del letto, che viene compiuta in meno di un minuto nel più assoluto silenzio e che la porta nei pressi del papà. Sbirciatina alla sagoma addormentata, avvicinamento silenzioso della bocca al suo orecchio, sospirone (sempre silenzioso) per prendere fiato...

"AZZITI PAPA'! AZZITI! AZZITI! AZZITIIIIII!!!!"

L'acuto improvviso sparato nell'orecchio ha l'effetto di una secchiata d'acqua gelida: con un tempo di reazione che farebbe invidia a Usain Bolt mi ritrovo seduto sul letto, con gli occhi spalancati e il cuore a 140 battiti. Un'occhiata alla radiosveglia e "Giulia, sono le 5.30, è notte vai a nanna nel tuo lettino"

"NO! NANNE NO! E' MATTINA!"

"No, Giulia, non è mattina, non in questa parte del mondo. A Mosca è mattina, qui è ancora notte, vedi che è buio? Va bene, niente lettino... Vuoi venire un po' nel lettone con mamma e papà?"

"NO! LATTE! PAUPATRO'!"

Il mio cervello annebbiato ci mette un po' a decifrare la seconda parola. Ok per il latte, ma paupatrò che vuol dire? 

"LATTE! PAUPATRO'! DIVANO!!!" 

Il nuovo indizio chiarisce il mistero. Stiamo parlando di Paw Patrol, il suo cartone annimato preferito (ad oggi), che ogni mattina Giulia si guarda seduta sul divano bevendo il latte.

"No, Giulia, è presto, non c'è ancora Paw Patrol. Dai, vieni a dormire un po' con noi"

"NOOOOO!!! LATTE!!! PAUPATRO'!!! DI LAAAAAA"

Un vero uomo sa quando è ora di riconoscere la sconfitta. E questa è una sconfitta, senza ombra di dubbio.

Battuto da un esserino biondo di nemmeno novantadue centimetri.

Mentre mi dirigo strascicando i piedi verso la cucina per preparare il latte sento Giulia, che mi saltella dietro felice al pensiero della colazione sul divano con Paw Patrol, dire a Papo: "Piccolino, adesso latte, poi biscotto al cioccolato, poi costruzioni, poi parco giochi".

Un altro giorno è cominciato.

venerdì 18 luglio 2014

Cos'è quello strano rumore?

Il mondo della lingua parlata non sembra avere più segreti per trottols. Un vocabolario variegato e ricco di parole completalmente inutili, tra cui idiosincrasia, delirio, segmentazione ed encefalo (siamo dei genitori degenerati e ci divertiamo così, che volete farci...) ed una padronanza della sintassi onestamente inattesa in una treenne ("Papo è un pelouche, QUINDI me l'hanno regalato, Giulia è una bambina, QUINDI era nella pancia della mamma...) rendono gli scambi con l'esserino divertenti al limite delle lacrime.

Eh sì, perchè nonostante a volte parli come scriveva Gianni Brera, il diavoletto biondo ha pur sempre tre anni ed ignora beatamente l'esistenza di verbi e coniugazioni irregolari. In più, al momento, la piccola è quasi totalmente sprovvista di "r", quindi un suo "Io pùlilo" deve essere tradotto in "Io pulisco", in quanto la prima persona singolare presente indicativo di pulire fa, nella sua personalissima sintassi, "io pùliro", e la mancanza della r fa il resto.
In più spesso la mente è più veloce della lingua, e quindi abbiamo coniato un "Mampa", che indica il cambiamento, in corsa, del genitore di riferimento. "Mam...pa, mi dai un clecle lungo (cracker di forma allungata, da non confondersi con i Fiori d'Acqua del Mulino Bianco, noti come "clecle colti", ndt) per favore?"

In questo periodo una delle frasi preferite di Giulia è "Cos'è quello strano rumore?", domanda che viene posta dopo qualsiasi suono. Il campanello, l'acqua della doccia, la campana della chiesa, sono tutti rumori strani che necessitano di una spiegazione. L'altra mattina, esausti, alla trentaseiesima ripetizione abbiamo deciso di ripagarla con la sua stessa moneta. Una volta seduti in cucina a fare colazione il papà ha acceso di nascosto la televisione nell'altra stanza, esattamente sulla sigla iniziale di Dora l'Esploratrice. Mamma e papà si sono guardati con aria interrogativa, si sono girati verso trottols e, in coro, hanno esclamato "Cos'è quello strano rumore?" 
La risposta, corredata dallo sguardo questi adulti non capiscono niente è arrivata senza un attimo di esitazione e con un sorriso radioso: "Papà, mamma, quello non è uno strano rumore... E' Dora l'Esploratrice!"

E poi ha addentato felice il biscotto al cioccolato che le faceva da colazione.

mercoledì 16 luglio 2014

L'amore al tempo dei tre anni

Eh già. Pensavo che per arrivare al primo fidanzatino dovessero passare almeno una decina d'anni, e invece la Trottolizia ci ha stupito, come del resto ha già fatto innumerevoli volte dal giorno della sua nascita. L'altro giorno torna a casa sorridente dal nido scuotendo i codini biondi e con aria furbetta annuncia di essersi fidanzata.

L'elemento in questione è, ovviamente, un suo compagno di asilo che risponde al nome di Alessio o, come lo chiama lei, 'Lessio.
'Lessio è il classico spasimante zerbino, che la accoglie all'arrivo all'asilo, corre ad ogni suo capriccio sperando in chissà quale ricompensa, vuole tenerle costantemente la manina, giocare solo con lei e la invita quasi quotidianamente a fare merdenda con lui "dopo la scuola". 
Giulia, dal canto suo, non ci ha messo molto ad abituarsi ad avere un corteggiatore. Arriviamo a scuola e ci servono le calzine antiscivolo? Basta girare lo sguardo e 'Lessio corre a portarcele. Voglamo un biscotto? Ecco 'Lessio che si scapicolla, sotto gli occhi del padre che sospira pensando a quanto sarà complicata l'adolescenza del suo bambino.
In tutto questo Giulia, lusingata e felice di essere al centro dell'attenzione, non sembra minimamente interessata ad iniziare una relazione esclusiva con 'Lessio, tanto che a domanda precisa risponde che sì, lui è il suo fidanzato, ma che se Anrdreas vuole può venire anche lui.

Il che, potete ben capire, non depone a favore della tranquillità della futura adolescenza di MIA figlia...

Però... La goccia che scava la pietra è un'immagine assolutamente vera, tanto che, nonostante l'ostentata indifferenza, 'Lessio sembra aver fatto breccia nel cuore della Trottolizia. In casa basta nominarlo che la piccola inizia a fare la vergognosa ed a nascondere il faccino nel divano, i capelli (ormai arrivati a mezza schiena) non si possono assolutamente tagliare perchè lunghi piacciono tanto a 'Lessio ed il pressing per andare a fare merenda da lui diventa incessante.

Meno male che sta arrivando l'estate.