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mercoledì 9 dicembre 2015

Forse non tutti sanno che...

Così si chiamava (e per quanto ne so si chiama ancora) la rubrica che da piccolo leggevo sulla Settimana Enigmistica, che raccoglieva sotto forma di domande curiosità varie ed aneddoti, alcuni dei quali mi salvano ancora oggi da momenti di drammatico silenzio durante una conversazione. Il diavoletto biondo, che ormai incamera, elabora e restituisce su base quasi quotidiana, sta diventando un motore di generazione di "Forse non tutti sanno che...". Credo che potrei proporla come collaboratrice per quel settimanale...

#1
Sera, cena in famiglia. Alla fine di un lungo silenzio, che ho imparato a temere come prodromico alle domande più assurde, Trottols esclama: "Sai che oggi all'asilo ci hanno spiegato che Dio è immorturo?" 
Occhiata rapida e divertita tra me e mia moglie, educato colpo di tosse che soffoca una risata (Giulia è alquanto permalosa e più di una volta se ne è uscita con un "Mamma, papà, non si ride dei bambini!" che ovviamente ha aumentato esponenzialmente il nostro riso) e risposta:
"Sì, lo sappiamo Giulia. Però si dice immortale."
A queste parole il diavoletto appoggia sul piatto la forchetta su cui è infilzato un tortellino al sugo, inclina la testa guardandoci dal basso in alto, aggrotta un sopracciglio e
"Sei proprio sicura mamma?"
Fortunatamente non stavo bevendo, altrimenti oggi il muro della nostra cucina avrebbe una nuova e simpaticissima tinteggiatura al color Coca Cola.

#2
Marina di Carrara, estate 2015. Vicino al nostro ombrellone c'è una ragazza, molto incinta, che infatti ad un certo punto non si presenta più in spiaggia. Trottols nota l'assenza e puntualmente domanda:
"Mampà, dov'è la tata col pancione?"
"E' a casa, perché è nata la sua bimba!"
"E come si chiama la bimba, mampà?"
"L'hanno chiamata Margherita."
"Margherita, che bel nome... Come la pizza!"

#3
Pomeriggio inoltrato, quasi ora di cena. Trottols carica a testa bassa per mangiare qualcosa.
"Papi, mi dai uno... no, due taralli?"
"No Giulia, è quasi ora di cena"
"Daiiiii.... uno solo allora."
Visto che sto riordinando le bollette, capitolo abbastanza in fretta. "Ecco Trottols, un tarallino e basta."
Cinque minuti dopo rientra la mamma, il cui occhio attento individua immediatamente una microscopica briciola al confine tra sala (dove non è permesso mangiare) e cucina (dove invece è lecito).
"Giulia, hai per caso mangiato qualcosa?"
"Sì," intervengo, "le ho dato io un tarallo." 
"Papà!" La voce di Trottols mi fa capire che forse l'informazione non andava condivisa.
"Non dovevi dirlo! Sei uno spiaone!" 

#4
Viaggio casa-asilo. Trottols sembra preoccupata da qualcosa. All'altezza del negozio di moto, finalmente mi rivela cosa la crucci.
"Papà, ma io come faccio a imparare a parlare bene?"
"Giulia, ma tu parli già benissimo per avere quattro anni!"
"Sì, ma io voglio imparare a parlare bene!"
"Basta che ascolti me e mamma, e vedrai che impari per osmosi". Eh sì, perché in casa cerchiamo di essere il più corretti e forbiti possibile.
Trottols si pianta in mezzo al marciapiede scrutandomi attenta.
"Papà, guarda che io non osmoso, io vi ascolto!"

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