Banner

giovedì 19 aprile 2018

Ho creato un mostro

Sono tifoso.
Sono molto tifoso.
Sono sempre stato molto tifoso.


E' inevitabile quindi che un po' della mia passione sia passata al diavoletto (mai soprannome fu più azzeccato, in questo contesto) biondo, che dalla stagione 2017-2018 ha iniziato a tifare Milan. Mi piace pensare che la sua sia una passione autogenerata, ma temo che il desiderio di compiacere papà c'entri parecchio.

Fatto sta che, da quando l'ho portata a San Siro a vedere Milan - Universitatea Craiova (succoso preliminare di Europa League giocato in un'afosa serata di inizio agosto 2017) Giulia ha iniziato ad interessarsi di calcio, anzi, di Milan.

Ossessivamente.

Ha voluto la maglietta di Donnarumma, di cui pensavo ammirasse il colore dorato, si è interessata della possibilità di poterlo un giorno sposare, ha sviluppato un'insana passione per Bonucci, Bonaventura, Cutrone e soprattutto Suso. In breve tempo ha imparato a memoria la rosa (titolari e riserve) ed il suo principale cruccio è quello di non riuscire a scrivere correttamente Çalhanoğlu.

Il peggio, comunque, doveva ancora venire.

I cori dei tifosi sentiti allo stadio l'hanno affascinata, soprattutto perché si è resa conto che, come le canzoni di Rovazzi, erano un'ottima occasione per dire parolacce in libertà ed ha iniziato a cercarne quanti più potesse.
All'inizio la sua fonte ero principalmente io, che (in anticipo su quanto ha fatto lo Stato Sociale a Sanremo) edulcoravo i testi per renderli cantabili da una bimba delle elementari - e quindi "interista diventi pazzo / son vent'anni che non vinci un razzo". Poi, un giorno, la sento rappare un testo che non le ho insegnato io: "L'Inter è morta e sepolta al cimitero / scolpito sulla tomba / 11 Maggio 6-0".
Interrogata su quale compagno di classe le avesse insegnato quella canzone, Giulia mi ha regalato il suo sguardo "Papà non capisci niente", mi ha condotto al tablet e mi ha mostrato la fonte della sua ispirazione.


Come ci sia arrivata non mi è ancora chiaro, comunque non ricordo se ho già detto che il peggio doveva ancora venire.

Come in un diabolico Trivial Pursuit monotematico, la microultras ha infatti iniziato a sfoderare una serie incessante di domande:
"Papà, ma in che anno è nato il Milan?" Nel 1899 Trottols. E' scritto lì sullo scudetto.
"Papà, ma perché il simbolo del Milan è un diavolo?"
"Papà, ma perché i colori del Milan sono il rosso e il nero?" Queste le so, Trottols. E da oggi le saprai anche tu. "Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco, ed il nero come la paura che incuteremo ai nostri avversari". Lo diceva il fondatore del Milan, Herbert Kilpin.
"Papà, ma allora Donnarumma gioca col 99 perchè è l'anno di nascita del Milan?" Non credo. Penso che sia perché lui è nato nel 1999
"Papà, ma chi è il giocatore più bravo del Milan?"
"Papà, ma chi è il giocatore più vecchio del Milan?"
"Papà, ma chi è il giocatore più giovane/alto/basso/grasso/magro del Milan?"
"Papà, ma che differenza c'è tra Coppa Italia e Campionato?"
"Papà, ma quanti scudetti/coppe Italia/Champions/Europa League ha vinto il Milan?" E meno male che non conosci la Mitropa Cup...
Papà, ma..."
E il brutto è che a queste domande la risposta standard "Chiedi alla mamma" non può funzionare. 

Ho per caso già menzionato il fatto che il peggio doveva ancora venire?

L'altra domenica, al mio ritorno da San Siro dopo Milan-Napoli (per la cronaca: 1-1 con paratona miracolosa di Donnarumma al 93') trovo appesa alla finestra l'opera prima della babyultras prodotta, ci tiene a sottolineare mia moglie, dopo novanta minuti di tifo sfegatato e molto rumoroso: zoomando sull'immagine si possono distinguere un paio di frasi interessanti.

Ed è a questo punto che arriva il peggio: la piccola mi si avvicina e, dopo aver ricevuto la doverosa dose di complimenti mi sorride e mi fa la più temuta delle domande (altro che 'come nascono i bambini?')

"Papà, mi spieghi il fuorigioco?"

Ho creato un mostro.

Ed ora devo farlo crescere.