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venerdì 29 maggio 2015

Panta Rei

Cazzo, quanto sei cresciuta.

Ti guardavo l'altro giorno e un flash di consapevolezza mi ha colpito violento, all'improvviso. Ci vediamo tutti i giorni, tutti i giorni facciamo le stesse cose ed a volte facciamo cose nuove, sembri sempre uguale... Finchè non mi sbalordisci di botto.

Come il mattino nel quale per la prima volta sei arrivata a premere il pulsante del piano 0 dell'ascensore, e poi hai aperto tranquillamente il portone esterno, che fino al giorno prima sembrava ti mancassero quindici centimetri.

Come la sera che sono tornato a casa ed eri vestita da bimba grande, con i pantaloni lunghi, il giubbotto jeans, la sciarpa di mamma e un'espressione seria che lasciava appena intravvedere la donna che diventerai un giorno.

Come quando, per farti fotografare, ti metti in una posa che non ti appartiene, che con te, ancora, non c'entra niente, ma che imparerò a conoscere negli anni a venire.

Come le sere in cui, nel tuo lettino prima della nanna, fai lunghi discorsi strampalati mescolando ciò che ti è successo a scuola con notizie ascoltate al telegiornale e capite a metà solo per strappare quei cinque minuti in più con papà, quei minuti che tra qualche anno non ci saranno più, e che per questo sono tanto preziosi.
O ancora, quando con una consapevolezza tutta nuova parli dei "bimbi piccoli, che usano ancora il ciuccio, il pannolino e vanno col passeggino", mica come te che vai in giro col nuovopattino e la bicicletta di Peppa Pig, dalla quale tra un po' ci chiederai di togliere le rotelle.

Panta rei.

martedì 26 maggio 2015

Il gene bastardo del rispetto delle regole

Mi ricordo che quando Trottols aveva le dimensioni di un meloncino e nuotava felice nel liquido amniotico all'interno del pancione della mamma, memori delle Leggi di Mendel imparate al liceo, ad un certo punto ci eravamo posti la seguente domanda da genitori:

"Ma secondo te, dall'incrocio tra uno che ha passato le domeniche pomeriggio della sua adolescenza nella Fossa dei Leoni ed una tutrice dell'ordine (oddio, la parola usata in realtà faceva rima con 'birra') cosa potrà mai nascere?"
"Non lo so, però, se risaliamo una generazione possiamo scegliere tra un nonno sindacalista ed uno che ha passato una vita in Marina..."

Ore otto meno qualcosa di una mattina di metà Maggio. Durante il consueto percorso casa-asilo, improvviamente Trottols si immobilizza ed allunga la manina indicando qualcosa in lontanaza.
"Papà, guarda, guarda, GUARDA!"
"Cosa c'è Trottols, un aereo? La traccia di pipì di un cane da saltare? Il gatto dei vicini che attraversa la strada?"
"No papà, guarda là, c'è una macchina sul marciapiede!"
"Hai ragione, Trottols, si vede che qualcuno ieri sera non trovava posto in strada."
"Ma papà, le macchine vanno sulla strada, sul marciapiede ci vanno solo i tati a piedi!"
Mentre sto cercando una modo veloce per spiegare ad una quasiquattrenne che il parcheggio su un marciapiede ampio a Milano è tollerato purchè venga lasciato spazio per il passaggio di una carrozzina, Trottols mi propone la sua, di sintesi.
"Così è vietato dalla legge... Lo spariamo?"
Dopo un comprensibile attimo di silenzioso sgomento decido di gestire, in priorità, i numerosi dilemmi che questa semplice frase ha generato.
"GIULIA! Innanzi tutto non si dice 'lo' spariamo, ma 'gli' spariamo. E poi cos'è questa storia delle armi da fuoco? Qui nessuno spara a nessuno, tantomeno per un parcheggio."
Alle mie parole un'espressione di titubanza si materializza sul volto della piccola.
"Allora lo mettiamo in prigione?"
"Guarda Trottols, in Italia per andare in prigione devi ammazzare in modo efferato almeno dodici persone oppure fotografare Trezeguet e poi cercare di ricattarlo. Ti posso assicurare che per un parcheggio irregolare la prigione non è prevista, tutt'al più c'è una multa."
"Multa? Cos'è la multa?"
"La multa è... Che devi pagare dei soldi quando fai qualcosa che è vietato dalla legge."
"Papà, gli diamo la multa?"
"Noi non possiamo dare nessuna multa, quando passano i vigili gliela faranno loro..."
Trottols mi scruta per qualche secondo, come ad accertarsi di aver capito bene e poi, indica il mio cellulare. 
"Va bene papà, allora chiama i vigili e falli venire!"
"Adesso andiamo a scuola, poi quando papà ritorna li chiama di sicuro, stai tranquilla."

Mentre sto riflettendo sul fatto che, almeno per il momento, abbiamo scoperto quale sia il set di geni dominante, giriamo l'angolo della scuola e sento la mano di Trottols che si stacca dalla mia.

"Papà, guarda! Un tato che va in bicicletta sul marciapiede! Lo spariamo?"

Molto dominante.

giovedì 21 maggio 2015

I bimbi, le fiabe e l'aldilà

Dal giorno in cui Charlie, il cagnolino dei vicini, è morto all'improvviso, Trottols ha iniziato a porsi domande che vanno ben aldilà della sua età anagrafica, ed a fare collegamenti con altre informazioni che le vengono da scuola, dai suoi compagni e dalle sue "letture", con effetti tragicomici. Dopo che le abbiamo detto che ora Charlie rincorre felice le palline che gli tirano gli angioletti in paradiso, il diavoletto biondo si è presa qualche ora per elaborare e da allora ci tende agguati con affermazioni dal suo punto di vista incontestabili e con domande per le quali non hanno trovato risposta i filosofi in tutta la storia dell'uomo, figuriamoci noi due poveri vecchi genitori...

"Mampà, ma Charlie è nello stesso posto di nonna Antonella?"
"Sì, Giulia, sono tutti e due in Paradiso."
"Ma dov'è il Paradiso?"
"In cielo, sopra le nuvole."
"E ci si va col taxi e l'aeroplano, come quando andiamo in Sardegna?"
"Quasi, Giulia, quasi... che ne dici di un clecle?"

il cronch! cronch! che segue segna l'inizio di una tregua destinata sfortunatamente a non durare. Infatti, qualche ora dopo, Trottols riprende l'argomento da un'altra angolazione.

"Papi, ma la pallina a Charlie gliela tira anche il mio angelo custode?"
"Sì Trottols, anche lui", rispondo più o meno distrattamente. Il repentino cambio di espressione di Giulia, che passa improvvisamente dal sorriso all'orlo delle lacrime, mi fa capire di aver commesso un errore.
"Ma Papi, se il mio angelo custode gioca con Charlie non può proteggermi..."
"No, aspetta, Trottols, il tuo angelo ti protegge sempre, anche se ogni tanto va a giocare con Charlie... Vuoi vedere Masha e Orso?"

Come se non bastasse, l'argomento morte sembra essere più che presente in ogni storia che viene raccontata a Trottols in questo periodo. Biancaneve nasce orfana di madre, Cenerentola anche, ma in più le muore il padre dopo poche pagine... e non abbiamo ancora visto Bambi.

[Piccolo inciso numero uno: ma chi, nella storia della pedagogia infantile, ha mai deciso che le storie dei maledetti Fratelli Grimm siano indicate per i bimbi? Lette con gli occhi di un adulto sono abbastanza inquietanti, soprattutto se pensiamo all'antropofagia della matrigna di Biancaneve... Molto meglio la nuova ondata di favole politicamente corrette della Disney come Ribelle o Frozen.]

Quindi, al momento del racconto serale di Biancaneve, scatta, inevitabile, la domanda.
"Papà, ma le mamme di Biancaneve e Cenerentola adesso sono con Charlie?"
"No Trottols, Biancaneve e Cenerentola non esistono, sono dei personaggi inventati, in Paradiso ci vanno solo le persone vere." 

[Piccolo inciso numero due: ascoltando le mie parole, faccio fatica a distinguere tra la fiaba di Biancaneve che ci hanno raccontato da piccoli e quella del Paradiso che ci raccontano per tutta la vita...]

"Ah, ho capito... Papà, ma la favola di Biancaneve non è come la racconti tu, quella della nonna è più lunga."
In effetti, per ridurre il lungo processo di messa a letto ho elaborato una versione condensata della favola, che si racconta in 1' 42", ma che dopo il weekend passato coi nonni non regge al confronto.
"Papà, facciamo così: questa sera la racconto io la favola, a te, a Papo e a Cocci, ma una favola diversa. Ecco piccolini, mettetevi qui seduti e state tranquilli, che nella mia favola mamma e papà non muoiono. C'era una volta..."

giovedì 14 maggio 2015

Paris est toujours Paris


40 anni si compiono una sola volta nella vita.

Anche 41, 39, 56, 23, 7, ma i 40 sono un traguardo importante, ed è per questo che io e mia moglie ci siamo concessi una tre giorni a Parigi, città che per noi ha un significato molto speciale.

Ovviamente senza il diavoletto biondo.

La preparazione è iniziata qualche mese fa, con la comunicazione a Trottols che mamma e papà sarebbero andati in una "città noiosa, a fare cose noiose", mica nella "Parigi bella, quella con Eurodisney dove andremo l'anno prossimo" (e cioè non appena Trottols raggiungerà l'altezza minima per non essere tagliata fuori dall'80% delle giostre...). Una Trottols dapprima guardinga si è sciolta alla notizia che i nonni sarebbero venuti a stare con lei per quei tre giorni, e che comunque mamma e papà sarebbero tornati presto presto e con tanti regali per lei.

Certo, ha aiutato molto quella concezione del tempo tutta particolare dei bimbi per cui "domani", "Natale scorso", "quest'estate" e "un giorno quando ero piccola" sono equidistanti sulla linea temporale rispetto ad oggi.

Arriva finalmente il momento della partenza e, dopo il minimo sindacale di capricci, chiusi con un "divertitevi a Parigi a fare le cose noiose" che sa un po' di presa per il culo, Trottols dà il via al progetto "schiavizza i nonni" al quale ha iniziato a pensare dal momento che le è stata comunicata la nostra partenza. Cartoni animati a go go, favole favole favole, con la nonna che è capace di inventarsi infinite varianti di Alì Babà e i 40 ladroni, ora della nanna posticipata indefinitamente.

L'accordo coi nonni è di sentirci al mattino ad alla sera, per capire come stia andando e per fornire, se del caso, contrasto telefonico ai capricci del diavoletto. La cosa che non possiamo fare a meno di notare che le risposte dei nonni passano da "Andate tranquilli! Abbiamo cresciuto due figli, sappiamo cosa fare con una nipote" (prima della partenza) a "Certo... è un po' impegnativa!" (domenica sera) che sa tanto di ma quando tornate?, mentre Trottols, disturbata sempre sul più bello mentre sta facendo qualcosa, risponde distrattamente a monosillabi ai nostri saluti.

Proprio quando pensavamo di averla scampata, la telefonata mattutina dell'ultimo giorno ci getta nello sconforto: riceviamo infatti la notizia che nella notte Trottols "ha un po' rimesso". Il che, vista la (sana) tendenza alla minimizzazione dei nonni, significa che i due poveracci non avranno chiuso occhio per paura che alla piccola potesse succedere chissà cosa. Ovviamente la manipolatrice bionda capitalizza immediatamente sull'accaduto e con la voce rotta dai singhiozzi (e dopo aver strappato il permesso di vedere per quel giorno tutti i cartoni animati che vuole) urla al telefono all'indirizzo dei genitori un "Voglio voiiiiii!!!" che spezzerebbe il cuore a chiunque.

Cioè, a chiunque non conoscesse la capacità di recitazione di Trottols, che infatti, meno di cinque minuti dopo, ritroviamo sorridente e intenta a giocare con le costruzioni attorniata dai suoi millemila peluches (grazie ai nonni e ad una foto inviata da Whatsapp).

Rientriamo a casa il lunedì sera alle 22.30 e la prima tappa obbligata è la stanza della piccola. Trottols è nel suo lettino a metà tra sonno e veglia. O finge solo di dormire, non so. So solo che il suo sorriso forse incosciente ad occhi chiusi, nel sentire le voci familiari di mamma e papà al loro rientro in casa, quel sorriso che dice adesso sì che posso addormentarmi tranquilla, basta a cancellare ogni rimpianto per una minivacanza durata troppo poco.

lunedì 4 maggio 2015

La semantica è tutto

Con una treenne quasi quattrenne che sta imparando a parlare (esercitandosi ininterrottamente per ore, ed ore, ed ore, ed ore, ed ore, ed ore...) la semantica è fondamentale.
Gli scambi verbali col diavoletto si fanno di giorno in giorno più complessi, articolati e faticosi, sia per la sua logica sia per le sue nuove capacità di verbalizzazione.
Fortunatamente, nonostante la piccola padroneggi ormai in modo sinistro ed un po' spaventoso il congiuntivo imperfetto (sentirla usare "Credevo che venisse" in modo proprio è allo stesso tempo fonte di orgoglio e di notevole preoccupazione per il futuro) le manca ancora qualcosa per uscire vincitrice dai quotidiani duelli verbali che ingaggia con i suoi anziani, ma articolati, genitori.

Cena di un giorno feriale, intorno al decimo minuto.
"Giulia, racconti a papà cosa hai fatto oggi a scuola?"
....
....
"Giulia, mi hai sentito?"
"SIIIIIIII!!!!"
"Allora? Mi rispondi? Cosa avete fatto oggi a scuola?"
"Non te lo dico!"
"Perchè?"
"Sto mangiando, non si parla con la bocca piena!"
"Va bene, ma quando hai finito di masticare me lo dici?"
"NOOOO!!! Papà, non mi disturbare, sto mangiando! Papà, zitto!"
E qui DEVE, necessariamente, partire il cazziatone.
"GIULIA! Non ci si rivolge così ai genitori! Zitto non si dice!"
Sguardo languido e lacrimevole da non sono stata io, cinque secondi di mutismo e poi la soluzione si materializza sul volto di Trottols. 
"Va bene papà, allora silenzio!"
Trottols 1 - Genitori 0

Metà mattina di un weekend, inizia la negoziazione per il pranzo
"Trottols, cosa vuoi mangiare oggi? Va bene la pasta?"
"NO!"
"Il riso col sugo?"
"NO! Pollo, pollo, pollo!!!!"
"Giulia, tesoro, il pollo l'hai mangiato ieri sera, dobbiamo cambiare... Che ne dici dei bastoncini di pesce? L'altra volta ti sono piaciuti tanto..."
"NOOOOO!!! Pollo!"
"Mmmmm... Va bene, allora pollo... Però pollo di mare!"
"Va bene, mampà!"
Trottols 1 - Genitori 1

Ora di andare a nanna. La piccola è spalmata sul divano con l'ipad, sul quale sta guardando un adulto (anagraficamente) che apre ossessivamente delle sorpresine Kinder. Giusto perchè anch'io mi sono chiesto quanti pazzi potessero essere interessati ad una cosa così emozionante, sappiate che il video in questione ha oltre 167 MILIONI di visualizzazioni. Agghiacciante.
Comunque sia, Trottols viene richiamata, con debito anticipo, all'ordine.
"Giulia! Tra un po' è ora di andare a nanna!"
"NOOOOOO! Ho appena cominciato il tato delle sorprese!"
"Dai, Gulia, sono già le otto e un quarto... Tra un quarto d'ora spegni e andiamo a nanna"
"NOOOOOO!!!! Un quarto d'ora è pocoooooo!!!!!!"
"Va bene, allora ti va se facciamo quindici minuti?"
"D'accordo mampà!"

Trottols 1 - Genitori 2

Sleale, lo so. Ma i tre punti li abbiamo portati a casa.
Per adesso.