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venerdì 29 maggio 2015

Panta Rei

Cazzo, quanto sei cresciuta.

Ti guardavo l'altro giorno e un flash di consapevolezza mi ha colpito violento, all'improvviso. Ci vediamo tutti i giorni, tutti i giorni facciamo le stesse cose ed a volte facciamo cose nuove, sembri sempre uguale... Finchè non mi sbalordisci di botto.

Come il mattino nel quale per la prima volta sei arrivata a premere il pulsante del piano 0 dell'ascensore, e poi hai aperto tranquillamente il portone esterno, che fino al giorno prima sembrava ti mancassero quindici centimetri.

Come la sera che sono tornato a casa ed eri vestita da bimba grande, con i pantaloni lunghi, il giubbotto jeans, la sciarpa di mamma e un'espressione seria che lasciava appena intravvedere la donna che diventerai un giorno.

Come quando, per farti fotografare, ti metti in una posa che non ti appartiene, che con te, ancora, non c'entra niente, ma che imparerò a conoscere negli anni a venire.

Come le sere in cui, nel tuo lettino prima della nanna, fai lunghi discorsi strampalati mescolando ciò che ti è successo a scuola con notizie ascoltate al telegiornale e capite a metà solo per strappare quei cinque minuti in più con papà, quei minuti che tra qualche anno non ci saranno più, e che per questo sono tanto preziosi.
O ancora, quando con una consapevolezza tutta nuova parli dei "bimbi piccoli, che usano ancora il ciuccio, il pannolino e vanno col passeggino", mica come te che vai in giro col nuovopattino e la bicicletta di Peppa Pig, dalla quale tra un po' ci chiederai di togliere le rotelle.

Panta rei.

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