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giovedì 21 maggio 2015

I bimbi, le fiabe e l'aldilà

Dal giorno in cui Charlie, il cagnolino dei vicini, è morto all'improvviso, Trottols ha iniziato a porsi domande che vanno ben aldilà della sua età anagrafica, ed a fare collegamenti con altre informazioni che le vengono da scuola, dai suoi compagni e dalle sue "letture", con effetti tragicomici. Dopo che le abbiamo detto che ora Charlie rincorre felice le palline che gli tirano gli angioletti in paradiso, il diavoletto biondo si è presa qualche ora per elaborare e da allora ci tende agguati con affermazioni dal suo punto di vista incontestabili e con domande per le quali non hanno trovato risposta i filosofi in tutta la storia dell'uomo, figuriamoci noi due poveri vecchi genitori...

"Mampà, ma Charlie è nello stesso posto di nonna Antonella?"
"Sì, Giulia, sono tutti e due in Paradiso."
"Ma dov'è il Paradiso?"
"In cielo, sopra le nuvole."
"E ci si va col taxi e l'aeroplano, come quando andiamo in Sardegna?"
"Quasi, Giulia, quasi... che ne dici di un clecle?"

il cronch! cronch! che segue segna l'inizio di una tregua destinata sfortunatamente a non durare. Infatti, qualche ora dopo, Trottols riprende l'argomento da un'altra angolazione.

"Papi, ma la pallina a Charlie gliela tira anche il mio angelo custode?"
"Sì Trottols, anche lui", rispondo più o meno distrattamente. Il repentino cambio di espressione di Giulia, che passa improvvisamente dal sorriso all'orlo delle lacrime, mi fa capire di aver commesso un errore.
"Ma Papi, se il mio angelo custode gioca con Charlie non può proteggermi..."
"No, aspetta, Trottols, il tuo angelo ti protegge sempre, anche se ogni tanto va a giocare con Charlie... Vuoi vedere Masha e Orso?"

Come se non bastasse, l'argomento morte sembra essere più che presente in ogni storia che viene raccontata a Trottols in questo periodo. Biancaneve nasce orfana di madre, Cenerentola anche, ma in più le muore il padre dopo poche pagine... e non abbiamo ancora visto Bambi.

[Piccolo inciso numero uno: ma chi, nella storia della pedagogia infantile, ha mai deciso che le storie dei maledetti Fratelli Grimm siano indicate per i bimbi? Lette con gli occhi di un adulto sono abbastanza inquietanti, soprattutto se pensiamo all'antropofagia della matrigna di Biancaneve... Molto meglio la nuova ondata di favole politicamente corrette della Disney come Ribelle o Frozen.]

Quindi, al momento del racconto serale di Biancaneve, scatta, inevitabile, la domanda.
"Papà, ma le mamme di Biancaneve e Cenerentola adesso sono con Charlie?"
"No Trottols, Biancaneve e Cenerentola non esistono, sono dei personaggi inventati, in Paradiso ci vanno solo le persone vere." 

[Piccolo inciso numero due: ascoltando le mie parole, faccio fatica a distinguere tra la fiaba di Biancaneve che ci hanno raccontato da piccoli e quella del Paradiso che ci raccontano per tutta la vita...]

"Ah, ho capito... Papà, ma la favola di Biancaneve non è come la racconti tu, quella della nonna è più lunga."
In effetti, per ridurre il lungo processo di messa a letto ho elaborato una versione condensata della favola, che si racconta in 1' 42", ma che dopo il weekend passato coi nonni non regge al confronto.
"Papà, facciamo così: questa sera la racconto io la favola, a te, a Papo e a Cocci, ma una favola diversa. Ecco piccolini, mettetevi qui seduti e state tranquilli, che nella mia favola mamma e papà non muoiono. C'era una volta..."

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