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venerdì 10 aprile 2015

Stramilano


Come ormai è tradizione di famiglia, certificata dalle tre medaglie che pendono dal lettino di Trottols, domenica l'altra abbiamo partecipato alla nostra quarta Stramilano (oddio, la Stramilano... diciamo la passeggiata di 5 km nota come la Stramilanina dei piccoli). Il primo anno Trottols, con i suoi 7 mesi e mezzo era senz'altro nel primo decile per età ed ha dormito tutto il tempo, il secondo ha partecipato con noi ad una gara di biathlon, nel senso che una pioggia battente ha trasformato la sua carrozzina in una Jacuzzi a rotelle ed il terzo ha cercato per un'ora e mezza di afferrare il palloncino bianco che le avevamo proditoriamente legato sopra il passeggino.
Finalmente quest'anno il diavoletto biondo ha conquistato l'autonomia e si è presentata sulla linea di partenza a cavallo della sua nuovissima biciclettina di Peppa Pig. Ad onor del vero qualche dubbio sulla sua possibilità di portare a termine la passeggiata ci era venuta ed eravamo pronti, nel peggiore degli scenari, a dividerci i fardelli: io avrei portato Trottols in spalla, mentre mia moglie si sarebbe fatta carico del velocipede.

Mai timori furono più infondati.

Al termine del conto alla rovescia che sancisce l'inizio della manifestazione Trottols si alza sui pedali e parte a razzo, come nemmeno Moser a Città del Messico durante il record dell'ora, cercando di superare in slalom quante più persone possibile. Sorpreso da tanta veemenza la raggiungo con un balzo felino (in realtà più simile al lento caracollare di Garfield) e la acchiappo per la collottola, cercando di trattenere il suo entusiasmo e spiegandole che non sta guidando un dragster a pedali nè tantomeno uno schiacciasassi. E qui, per la prima volta, Trottols ci sorprende con uno spirito competitivo che non sapevamo avesse: non solo vuole superare tutti per arrivare prima (tratto che potrebbe avere ereditato da me), ma non vuole essere superata.
Da nessuno. 
Per nessun motivo.

Questo, ad evidenza, durante una corsa con 50.000 partecipanti è impossibile, anche se si è su una bici e gli altri sono a piedi. Per spiegare questo semplice concetto ad una Trottols disperata, che piange coi lacrimoni ogni volta che qualcuno le passa davanti, ci metto quasi tutto Corso Vittorio Emanuele e la riesco a convincere solo in Piazza San Babila, facendole vedere quante persone ci sono ancora dietro di noi. Convinta il giusto, la piccola riparte a velocità warp costringendo i suoi vecchi genitori a tenere una media tanto inaspettata quanto sfiancante; il fido Garmin da polso certifica infatti un secondo chilometro percorso in 7 minuti e mezzo. Fortunatamente, mentre come Fantozzi stiamo avendo visioni mistiche, ci si para dinanzi il punto di ristoro. Ma dove noi vecchi vediamo un luogo dove tirare il fiato e bere un sorso d'acqua, Trottols vede la possibilità di superare millemila persone ferme e tira dritto, sebbene la fatica inizi ormai a farsi sentire.

Lasciatasi alle spalle il ristoro, il diavoletto biondo affronta Piazza della Scala e Via Dante pedalando con rinnovato impegno e tenendo una media più ragionevole (nel senso che i suoi vecchi genitori almeno non rischiano un arresto cardiocircolatorio) finchè improvvisamente, in Piazza Castello, la benzina finisce (ed era ora! ci diciamo con gli occhi io e mia moglie...). Trottols si pianta sui pedali come un ciclista dilettante a metà del Mortirolo, con le gambe che non vanno, la bicicletta che improvvisamente sembra rivettata a terra e un sacco di persone che ci superano. Per evitare psicodrammi apocalittici appoggio con noncuranza la mano sulla schiena della piccola e inizio gentilmente a spingerla. Questo aiutino, due o tre clecle e una mezza bottiglietta di acqua buona permettono alla famigliola di tagliare indenne il traguardo dell'Arena, ed a Trottols di ricevere la quarta agognata medaglia, che dalla sera stessa fa bella mostra di sè nel lettino, di fianco alle altre tre.

L'anno prossimo proveremo senza bici...

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