Banner

mercoledì 15 aprile 2015

L'asilo ai tempi di WhatsApp

Ovvero, di come la tecnologia NON ci renda necessariamente più intelligenti.
L'asilo ai tempi di WhatsApp si caratterizza per una comunicazione push, continua ed assidua, tra le varie mamme (e, temo, anche qualche papà) dei pargoli che frequentano l'asilo di Giulia, comunicazione resa possibile dalla simpatica applicazione usata ormai dagli adolescenti di tutto il mondo per manifestarsi vicendevolmente affetto e desiderio sessuale.
Non fraintendetemi, il fine di scambiarsi informazioni su quanto succede quotidianamente all'asilo è nobile e parecchio utile e quindi mia moglie si è iscritta con solerzia ed entusiasmo al gruppo delle mamme della classe di Giulia.
Purtroppo, la deriva del gruppo è iniziata quasi subito, trascinandolo su un piano inclinato del quale, ad oggi, non si vede la fine; i risultati sono a metà tra il comico e l'agghiacciante.

Un esempio per tutti: per Carnevale i genitori sono stati invitati a creare in casa un vestito per i loro bambini, con termine di consegna il 18 febbraio. L'invito era sotto forma di un foglietto infilato in un apposito spazio sulla porta della classe, sopra il nome di ciascun bambino. La sera del 18 è partita la seguente discussione (per rispetto della privacy i nomi delle mamme sono stati sostituiti da quelli di alcuni dei sette nani al femminile)

Mammola: Ma bisognava fare un vestito?
Dotta: Sì, con materiali riciclati
Eola: Come riciclati? Dalla spazzatura?
Mammola: Ma dove c'era scritto?
Dotta: Nella cassettina sulla porta della classe
Mammola: Ah, quelli sono gli avvisi? Io non li prendo mai quei foglietti...
Dotta: No, non dalla spazzatura, semplicemente il vestito non dovrebbe essere comprato
Cucciola: Io non ho fatto in tempo a farlo! Sono uscita tardi dal lavoro! E adesso cosa succede?
Dotta: La festa è martedì prossimo, quindi credo che tu abbia ancora un po' di tempo
Mammola: Ah, ma c'è una festa? A scuola? Quando?
Dotta: Martedì Grasso
Mammola: Ah, giusto, la festa di Carnevale. Scusate, ma io sono un po' stordita (ndr. giuro, questo è un verbatim)


Forse però la colpa non è tanto dello strumento quanto degli utilizzatori.
La scuola di Trottols ha due ingressi: quello principale, che dà su una via stretta e trafficata, e quello secondario, che si affaccia su di un piccolo cortile che può ospitare al massimo una mezza dozzina di auto. Una comunicazione inviata qualche settimana fa dalla segreteria della scuola via mail a tutti i genitori recitava più o meno così:
"Ricordiamo a tutti i genitori che è vietato entrare dal cancello carraio che conduce al cortile per accompagnare e per venire a prendere i bambini, con la sola eccezione dei genitori i cui figli frequentano il nido."
Abbastanza chiaro, no?
Evidentemente non era così chiaro per tutti se, qualche ora dopo, la segreteria ha dovuto emettere un'altra comunicazione che affermava testualmente:
"Ad integrazione della comunicazione precedente sottolineamo che il divieto si riferisce esclusivamente agli autoveicoli."

Nessun commento:

Posta un commento