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lunedì 2 ottobre 2017

Primo giorno di scuola 1/2

Com'è successo?

Ero convinto che avessimo portato a casa dall'ospedale il diavoletto biondo non più tardi di un paio d'anni fa, e adesso salta fuori che va a scuola? A SCUOLA? In prima elementare?

Eh, sì. Ci siamo arrivati. Trottols va a scuola. Imparerà a leggere, scrivere, far di conto programmare in Scratch.

E' in momenti come questo che un vecchio genitore si rende conto di quanto il mondo sia cambiato, sotto numerosi punti di vista.

La Tecnologia (applicata alla scuola)
Il sito della scuola di Giulia è - apparentemente - bellissimo e molto funzionale. Accedi alla tua area privata e puoi gestire tutto: pagelle, pagamenti, iscrizioni a gite e corsi supplementari.
Quindi, la tecnologia c'è. Adesso applichiamola alla scuola.
Dovendo iscrivere Trottols a mensa (che chissà perché non si chiama più refezione) ed al doposcuola accedo baldanzoso al mio spazio privato, schiaccio tre pulsanti e - voilà - Giulia è iscritta. Niente attese infinite davanti ad uno sportello, nessuna perdita di tempo, tutto in tempo reale. Fantastico.
Sto per fare il logout quando una microscopica e minacciosa scritta in fondo alla pagina attira la mia attenzione: lì in basso, in Arial 5, c'è scritto "si pregano i genitori di scaricare e stampare i moduli, firmarli e consegnarli in segreteria".

Ecco cos'era la coda chilometrica di genitori armati di fogli che aspettavano l'apertura della segreteria che ho notato accompagnando Giulia a scuola stamattina...
Imprecando tra me e me stampo i moduli, che non sono altro che semplici dichiarazioni e li porto a casa. La sera mi accorgo di essermene dimenticato uno e decido - oh me incauto! - di copiare la frase "io sottoscritto [omissis] iscrivo mia figlia [omissis]" a mano su un foglio bianco e firmarla.

Il mattino successivo affronto la coda e consegno il plico. Alla presentazione del documento vergato di mia mano segue uno sguardo di disapprovazione della segretaria. "Eh, no, questo non va bene"
"Come non va bene? Ho copiato parola per parola il modulo del sito..."
"Si, ma vede qui?" Indicando un minuscolo codice a barre stampato in verticale sul lato sinistro del foglio, "a noi serve il codice a barre per inserire il documento nella cartella elettronica personale di sua figlia."

"Cioè, mi faccia capire. Io compilo un form elettronico che genera un documento che devo stampare, firmare e restituirvi (dopo mezz'ora di coda) così poi voi lo scannerizzate e lo rimettete allo stesso posto?"
"Certo. Non è fantastica la tecnologia?"
"E non avrei potuto semplicemente firmare il documento originale in forma elettronica barrando una casella?"
"..."
"..."
"..."
"Va bene, arrivederci."

Qualcosa è andato terribilmente storto.

Le maestre
Io una ne avevo, di maestra. Faceva tutto, italiano, matematica, disegno, educazione fisica (inglese manco a parlarne, l'ho iniziato alle medie). In più, un'ora alla settimana, c'era una signora della parrocchia che veniva a farci l'ora di religione.

Giulia invece ha
-la maestra "prevalente" (che dovrebbe essere quella con cui trascorre più tempo, quella che le insegnerà a leggere ed a scrivere)
-la maestra di inglese, incaricata di insegnarle la lingua d'Albione
-la maestra di sport, anzi, di Educazione Motoria o più familiarmente, "Motoria", come nella frase "Papà, oggi devo mettere la tuta perché nel pomeriggio ho Motoria"
-la maestra di musica, che non mi è ben chiaro cosa faccia, visto che Giulia è stonata come una campana e non sa nemmeno quante siano le note
-la maestra di Motoria in inglese, che è il vero mistero della scuola. Infatti pare che ad intervalli irregolari la classe del diavoletto biondo venga prelevata, condotta in palestra e lì passi un'ora a fare sport in inglese. Non ho indagato e non voglio indagare. Giulia ha detto che è divertente e questo mi basta.

E ci va già bene che l'orario delle lezioni è fisso. Ci sono infatti scuole (non è uno scherzo, giuro) che in nome del bioritmo fanno ruotare le materie non su base settimanale (cioè ho inglese tutti i venerdì dalle 11.00 alle 12.00) ma sulla base di calendari (lunari o aztechi o entrambi) irregolari, per cui se in settimana 1 ho fatto inglese dalle 11.00 alle 12.00 del venerdì, in settimana 2 lo farò dalle 17.00 alle 18.00 del martedì ed in settimana 3 dalle 8.00 alle 9.00 del lunedì.

Così, se sono uno facile all'abbiocco post prandiale non corro il rischio di essere scambiato per analfabeta matematico per il solo fatto che matematica sia - mettiamo - ogni mercoledì dalle 14.00 alle 16.00.

Insisto. Qualcosa è andato terribilmente storto.

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