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venerdì 31 maggio 2013

30 ore per la vita... Parte 2

Sabato ore 0645
Come ogni giorno, feriale o festivo, che nevichi, piova o ci sia il sole, trottolizia apre l'occhietto tra le 0630 e le 0650, si guarda in giro ed inizia a chiamare: 
"Mamma, tatte!"
"Papà, tatte!"
La mamma (dopotutto siamo a casa dei suoi genitori) si alza faticosamente, prende in braccio la piccola affamata ed apre la porta della camera. I nonni, rispettosissimi della privacy di figlia e genero, ma già pronti alla prima "M" del primo "Mamma" a compiere il loro sacro dovere, stanno aspettando in sala con un biberon fumante in mano, le mani sui fianchi ed il piedino che batte per terra. Pisqui registra la scena in un centesimo di secondo, si ricorda dov'è ed elabora la sua strategia alla velocità del fulmine: sorride inclinando la testa e tende le manine verso i nonni (in realtà verso il biberon), fa un bel respiro e...
"NOOOOOOOONNNNAAAAAAA!!!!! TATTEEEEEEEE!!!!"
"NOOOOOOOONNNNOOOOOO!!!!  TATTEEEEEEEE!!!!"
Senza dire una parola, sospirando all'idea che questa piccola paracula sia indubbiamente sua figlia, la mamma passa il fardello sorridente, chiude gli occhi, gira sui tacchi e rientra in camera da letto.

Sabato ore 0900
"Pisqui, andiamo a svegliare papà?"
"PAPAAAAAAAAAA!!!!!" Il grido della piccola (120dB a 15 cm dall'orecchio) scuote l'anziano genitore, non più abituato a dormire fino ad un'ora così tarda, facendolo sedere di scatto sul letto come nemmeno The Undertaker dei momenti migliori. Il pensiero che le 30 ore per la vita stanno per cominciare ha però immediatamente la meglio sul sonno. Rapida colazione, controllo ai bagagli (il trolley piccolo), ultime raccomandazioni ai nonni e bugia da competizione a pisqui.
"Ciao pisqui, mamma e papà vanno al lavoro! Ci vediamo domani!"
Pisqui, che avrà sì ventidue mesi, ma è una nativa digitale, guarda incredula e diffidente mamma e papà che, in ciabatte, short e maglietta le hanno appena detto che stanno andando a lavorare, sospira, e ritorna alle sue costruzioni sotto l'occhio viglie ed adorante dei nonni.

Sabato ore 1100
Leggeri come due piume e completamente privi di senso di colpa, mamma e papà arrivano in albergo, prendono la stanza ed escono per
-quindici minuti di tranquilla colazione seduti al tavolino di un bar, senza interruzioni, urla o pianti
-una intera brioche a testa, da non dividersi con la piccola idrovora
-una passeggiata di tre chilometri in linea retta, senza domande continue sui colori di tutte le auto parcheggiate
Alla fine i due neofidanzatini si guardano negli occhi sorridendo e
"Ma tu ti senti in colpa?"
"No"
"Nemmeno un po'?"
"No"
"Telefoniamo ai nonni?"
"No"
"Bene, che ne dici di quel ristorantino? Pranzetto?"

Sabato ore 1400
Rinfrancati nel corpo dal cibo e nello spirito dalla tranquillità con cui il cibo stesso è stato consumato, mamma e papà escono dal ristorante mentre cadono le prime gocce di pioggia. Felici di avere la scusa per un pisolino di mezz'ora, rientrano in albergo ed appoggiano la testa sul cuscino.

Sabato ore 1845
"Mmmmmm"
"Cosa c'è?"
"Sono le sette meno un quarto, dobbiamo andare a cena"
"COME LE SETTE MENO UN QUARTO?"
"Eh, sì, hai presente il pisolino di mezz'ora? Ecco, è durato circa dieci volte tanto"
"E pisqui?"
"Pisqui è coi nonni, ricordi? Si starà divertendo un sacco"
"Giusto. Ma non ti senti in colpa nemmeno un po'?"
"No. Tu?"
"Nemmeno io. Telefoniamo ai nonni?"
"Dopo, adesso andiamo a cena"
"Va bene. Carne o pesce?"
"Fai tu."
Uscendo dall'albergo, i due non possono fare a meno di notare lo sguardo di sottile compiacimento del concierge, che li ha visti rientrare cinque ore prima e si sta facendo un film vietato ai minori. Ah, se solo sapesse...

Sabato ore 2100
Ristorantino sul mare. Spaghetti alle vongole (lei) e pizzetta (lui). Consci di essere ben al di sotto del minimo sindacale, mamma e papà si decidono finalmente a chiamare i nonni e pisqui per augurarle la buonanotte.
"Ciao pisqui, come va? Ti diverti dai nonni? Ah, sei andata sulla tattalena e sullo ssivolo? Hai mangiato la pippa? Bene! Mamma e papà sono ancora al lavoro, ma domani tornano e ti portano un palloncino!"
Alla promessa del palloncino pisqui decide di soprassedere sulla bugia del lavoro... Tutto sommato dai nonni non si sta così male!
La telefonata coi nonni continua e, nonostante le rassicurazioni che tutto sta andando bene e che loro non sono per niente stanchi, la sensazione che, dopo un'altra giornata passata con quel diavoletto della Tasmania che è la loro nipote, i nonni possano decidere di scappare in Patagonia è forte...

-continua-

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