Dicesi "parchetto" qualunque spazio verde attrezzato con altalene, scivoli e dondoli ed adibito alla più che meritoria funzione di sfinire i piccoli diavoli, cosicchè una volta tornati a casa questi crollino addormentati, possibilmente un secondo dopo aver terminato la cena. (Eh sì, perchè se al pupo cade la faccia nel piatto di pasta poi va pulito e c'è il rischio che si svegli).
I parchetti sono ovunque, sempre uguali a se stessi dalla metropoli al paesino più sperduto, e sono frequentati, oltre che - ovviamente - da bambini, da adulti abbastanza facilmente categorizzabili. Quello che segue è un elenco, assolutamente non esaustivo, di personaggi maschili da me incontrati in ormai quattro anni di assidua frequentazione di panchine antistanti altalene e scivoli vari.
Il piacione
E' generalmente un neopapà, sui trentacinque, in forma, abbronzato, ben vestito e con un sorriso smagliante. Se non avesse al collo una borsa piena di biberon, acqua, biscotti e pannolini potreste scambiarlo per un agente immobiliare. La prima volta che ha accompagnato il figlio (per sbaglio) al parchetto, il piacione ha avuto un'illuminazione: il posto è pieno zeppo di donne giovani! Da allora, lavoro permettendo, si è fatto carico del viaggio al parchetto, dove cerca di attaccare bottone con tutte le mamme presenti, dispensando sorrisi e battute ma dimenticandosi spesso di suo figlio, che infatti rischia la vita tre/quattro volte all'ora.
Il timoroso
E' generalmente un neopapà, sui trentacinque, in forma, abbronzato, ben vestito e con un sorriso smagliante. Se non avesse al collo una borsa piena di biberon, acqua, biscotti e pannolini potreste scambiarlo per un agente immobiliare. La prima volta che ha accompagnato il figlio (per sbaglio) al parchetto, il piacione ha avuto un'illuminazione: il posto è pieno zeppo di donne giovani! Da allora, lavoro permettendo, si è fatto carico del viaggio al parchetto, dove cerca di attaccare bottone con tutte le mamme presenti, dispensando sorrisi e battute ma dimenticandosi spesso di suo figlio, che infatti rischia la vita tre/quattro volte all'ora.
Il timoroso
Lui non ci voleva venire, al parchetto. Non la vuole, la responsabilità di suo figlio, forse perchè sa perfettamente che al suo rientro a casa ogni graffio, ogni livido ed ogni starnuto del pargolo gli verranno sanguinosamente addebitati dalla moglie. Per questo il bambino del timoroso è una sorta di omino Michelin, vestito con piumone, sciarpa e cappello anche a Maggio, per evitare sia raffreddori, sia traumi da urto o caduta. Il bambino Michelin si muove generalmente molto poco, tiene le braccia larghe, non per i deltoidi possenti ma per gli strati di abiti da cui è coperto, ed è seguito dal padre come un'ombra. Il timoroso fa sedere il figlio nell'altalena chiusa anche a sei anni compiuti, si siede dietro di lui sul dondolo cingendolo con le braccia, e sullo scivolo tiene le mani protese a non più di trenta centimetri dal figlio, pronto a prenderlo al volo nel caso dovesse superare la folle velocità di un metro al secondo.
Manager rampante o palestrato convinto, il competitivo è caratterizzato, appunto, dalla facilità con cui trasforma il momento di gioco al parchetto in una gara. Convinto che i figli debbano essere spronati, incita costantemente il suo a fare di più e meglio: correre più veloce, arrampicarsi più in fretta, calciare la palla più lontano, salire per primo sullo scivolo. E poco importa che il bimbo in questione abbia diciotto mesi e si regga a malapena in piedi. Il competitivo confronta le performances sportive dei bambini a voce alta, quasi sempre a sproposito e senza tenere in considerazione le differenze di sesso e di età. Nel malaugurato (ma abbastanza frequente, vista l'elevata propensione al pericolo del padre) caso in cui il bambino di un competitivo si ferisca, il padre lo trascina alla fontanella più vicina, lo sciacqua con acqua gelida e lo spinge nuovamente verso i giochi.
Anche in caso di frattura scomposta al naso.
Il rassegnato
E' l'opposto del competitivo. Si tratta di un padre che ha ormai accettato il fatto che suo figlio ha un raporto molto complicato con l'attività fisica (o magari è semplicemente pigro) e si riconosce perchè cerca costantemente il confronto (o il conforto) con gli altri padri, snobbando le mamme.
"Che brava che è sua figlia ad arrampicarsi sullo scivolo... Quanti anni ha? Due e mezzo? Il mio a quattro anni è un po' più lento, ma si sa, le femminucce sono più avanti a quell'età. Caspita, come va veloce col monopattino... Antongiulio, chiedi alla bimba se te lo fa provare? No? Hai paura? Va bene, sarà per un'altra volta... Che dici, giochiamo a calcio? Guarda la bimba, vedi come tocca la palla con la suola? Tu almeno, colpiscila con la punta..."
Anche in caso di frattura scomposta al naso.
Il rassegnato
E' l'opposto del competitivo. Si tratta di un padre che ha ormai accettato il fatto che suo figlio ha un raporto molto complicato con l'attività fisica (o magari è semplicemente pigro) e si riconosce perchè cerca costantemente il confronto (o il conforto) con gli altri padri, snobbando le mamme.
"Che brava che è sua figlia ad arrampicarsi sullo scivolo... Quanti anni ha? Due e mezzo? Il mio a quattro anni è un po' più lento, ma si sa, le femminucce sono più avanti a quell'età. Caspita, come va veloce col monopattino... Antongiulio, chiedi alla bimba se te lo fa provare? No? Hai paura? Va bene, sarà per un'altra volta... Che dici, giochiamo a calcio? Guarda la bimba, vedi come tocca la palla con la suola? Tu almeno, colpiscila con la punta..."
Il New Age
E' uno tra i più subdoli tipi da parchetto. Indistinguibile da una padre normale, il papà new age ti si avvicina con nonchalanche e attacca immediatamente bottone:
"Che carina sua figlia! Come si chiama? Ah, Giulia, che bel nome. E' Vergine?"
Ovviamente nel parlato la maiuscola non si vede, per cui fraintendere è molto facile. Il primo impulso è quello di rompergli il naso con una testata, poi la ragione ha la meglio e:
"Scusi?"
"Dico, quando è nata, di che segno è? Perchè mi sembra abbia dei comportamenti tipici della Vergine"
Oh signore. Forse era meglio un pervertito.
Se c'è una cosa che non so è di che segno sia mia figlia. Credo che non ci sia nulla di più lontano dalla mia mente della possibilità che l'allineamento dei pianeti in un dato momento storico possa avere il benchè minimo influsso sull'indole e sui comportamenti di Trottols (anche se in alcuni momenti ho la sensazione che la piccola sia un distillato di Marte, Giove e mettiamoci anche Atena anche se non è un pianeta...). quindi sfodero il mio più bel sorriso e rispondo.
"Guardi, non so, è dei primi di Agosto... Cancro? Leone?" dico, sparando a caso due dei segni che so essere estivi.
"Ah, ma allora è un Leone. E l'ascendente?"
Posto che l'unica cosa che conosco di ascendente di Trottols è il suo tono di voce quando chiede cibo, mi stringo nelle spalle, scuoto la testa e sorrido.
"No, perchè l'ascendente è importante... Vede mia figlia? E' di fine agosto, ed ero molto preoccupato che nascesse Vergine, perchè abbiamo tante donne Vergine in famiglia e sono tutte problematiche... Fortunatamente è nata il 22 Agosto, quindi è Leone, proprio come sua figlia, anche se mi sa che è un po' cuspide. Ma lei non si deve preoccupare, il Leone è un bellissimo segno, i Leone sono..."
Appurato che non è un pericolo per Trottols, a queste parole stacco il collegameno orecchie-cervello e lo lascio parlare.
Da solo.
"Che carina sua figlia! Come si chiama? Ah, Giulia, che bel nome. E' Vergine?"
Ovviamente nel parlato la maiuscola non si vede, per cui fraintendere è molto facile. Il primo impulso è quello di rompergli il naso con una testata, poi la ragione ha la meglio e:
"Scusi?"
"Dico, quando è nata, di che segno è? Perchè mi sembra abbia dei comportamenti tipici della Vergine"
Oh signore. Forse era meglio un pervertito.
Se c'è una cosa che non so è di che segno sia mia figlia. Credo che non ci sia nulla di più lontano dalla mia mente della possibilità che l'allineamento dei pianeti in un dato momento storico possa avere il benchè minimo influsso sull'indole e sui comportamenti di Trottols (anche se in alcuni momenti ho la sensazione che la piccola sia un distillato di Marte, Giove e mettiamoci anche Atena anche se non è un pianeta...). quindi sfodero il mio più bel sorriso e rispondo.
"Guardi, non so, è dei primi di Agosto... Cancro? Leone?" dico, sparando a caso due dei segni che so essere estivi.
"Ah, ma allora è un Leone. E l'ascendente?"
Posto che l'unica cosa che conosco di ascendente di Trottols è il suo tono di voce quando chiede cibo, mi stringo nelle spalle, scuoto la testa e sorrido.
"No, perchè l'ascendente è importante... Vede mia figlia? E' di fine agosto, ed ero molto preoccupato che nascesse Vergine, perchè abbiamo tante donne Vergine in famiglia e sono tutte problematiche... Fortunatamente è nata il 22 Agosto, quindi è Leone, proprio come sua figlia, anche se mi sa che è un po' cuspide. Ma lei non si deve preoccupare, il Leone è un bellissimo segno, i Leone sono..."
Appurato che non è un pericolo per Trottols, a queste parole stacco il collegameno orecchie-cervello e lo lascio parlare.
Da solo.
Bellissimo!!!!!!!!! Ora vado a leggermi la controparte femmina :-) Ma tu, dai, svela, a quale categoria appartieni almeno un po'? (certo non il new age, questo l'abbiam capito)
RispondiEliminaSono contento ti piaccia! Diciamo che mi sento un po' Competitivo ed un po' Timoroso... Praticamente schizofrenico.
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