Arrivata in cameretta sulle spalle di papà, è il momento di mettersi fisicamente a letto. Non prima però di aver serrato le gambe intorno al collo dell'anziano genitore ed aver gridato ridendo ilare "Sono rimasta incastrata!". Se il papà sopravvive all'ipossia da compressione del triangolo carotideo (cosa che con la crescita di Trottolizia diventa di giorno in giorno più difficile) la piccola viene appoggiata sul lettino per l'attività successiva.
La preghierina. Avete presente l'icona della bimba bionda in camicia da notte che, inginocchiata a fianco del letto recita una o più preghierine? Ecco, scordatevela. Il diavoletto biondo le preghierine preferisce recitarle sdraiata di schiena sul materasso, con i pantaloni del pigiama rigorosamente tirati su al ginocchio, le gambe in alto e le mani piene di pelouches. Invocata la protezione notturna dell'angioletto custode (che immaginiamo a serio rischio di karoshi) si passa avanti.
Bella giornata. Un giorno, su non mi ricordo più quale blog, ho letto che per un bambino è importante rivivere, al momento della nanna, gli avvenimenti della giornata. Quella sera stessa, al momento di andare a dormire, ho preso Giulia in braccio e iniziando con "Che bella giornata è stata oggi!" ho rapidamente riassunto cosa era accaduto quel giorno. Il successo dell'innovazione è stato tale che, la sera dopo e tutte quelle successive, Giulia ha chiesto a gran voce "Bella Giornata!", ascoltando e commentando, con particolari decisamente fuori luogo per un rapido riassunto ("Ho mangiato la pasta tutta, il sugo tutto, il pesce metà ma perchè non mi piaceva tanto, un bicchiere d'acqua, no due, la pesca no ma la banana sì"). Inoltre, non si capisce perchè, ma Bella Giornata va ripetuto due volte.
Ogni sera.
E guai se la seconda volta non è esattamente identica alla prima.
Terminata Bella Giornata Trottolizia inizia ad accettare che è veramente ora di fare la nanna, si fa mettere a letto e rimboccare le coperte, al grido di "Papà! Il coperchio!". C'è poi il baciocara della buonanotte, un minirituale complesso come una cerimonia del tè, che prevede uno scambio reciproco di un bacio e di una carezza, rigorosamente alternati, se no tocca ricominciare da capo.
L'ultimo atto del Protocollo Nanna è la storia della mamma, che come dice la parola stessa, è una storia letta dalla mamma ("perchè il papà pasticcione non è capace"), che può essere una versione condensata (molto condensata) di Cenerentola, di Cappuccetto Rosso o della Bella Addormentata Nel Bosco oppure la rapida lettura di un paio di pagine del primo libretto che capita a tiro.
Terminata questa estenuante serie di attività, che nelle sere no arriva a durare anche quaranta minuti, i due genitori distrutti possono crollare sul divano, mentre il diavoletto biondo, che non ha nessuna intenzione di dormire, canta felice le canzoni della baby dance e ripete, questa volta come soggetto attivo, il Protocolo Nanna al fido pelouche Papo.
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