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venerdì 10 ottobre 2014

Protocollo nanna - 1

Tutti i libri di pedagogia infantile sono concordi sull'importanza dei rituali nello sviluppo dei bambini. Li tranquilizzano, danno loro serenità facendoli sentire in controllo di quanto accade loro intorno e con la loro prevedibilità sono un punto fermo delle loro giornate. Particolarmente importante sembra poi essere il rituale della messa a letto, che rappresenta il momento di passaggio dalla luce al buio, dalla veglia al sonno, quindi necessita di particolari cautele, bla, bla, bla...

Va bene. Abbiamo capito. Ligi ai consigli di chi ne sa più di noi, nel tempo abbiamo sviluppato dei piccoli gesti, che si ripetono identici a loro stessi ogni sera, che dovrebbero servire a facilitare la messa a letto del diavoletto biondo.

Già.

Peccato che quello che nessun libro si prende la briga di scrivere è che i rituali sono come i diritti acquisiti per il PD. Non si toccano. Non si possono più eliminare, se ne possono solo aggiungere altri, ad libitum

Ad libitum di Giulia, ovviamente.

La quale, da piccola negoziatrice eccellente con l'obiettivo ben chiaro in testa di andare a letto il più tardi possibile ha trasformato nel tempo il protocollo nanne in una maratona di attività cadenzate come nemmeno in catena di montaggio Fiat pre autunno caldo.

Ad oggi infatti il rituale della nanna prevede:

Formale comunicazione dell'inizio del protocollo e relativa negoziazione. "Giulia, è ora di andare a nanna, spegni l'Ipad!" "NOOOOOOOOO!!!!! L'ultimo Peppa Pig, per favore mam...pa!". "Va bene, ma uno solo, d'accordo?". "No, due!"

Nascondino sul divano. Spento l'Ipad ed appoggiatolo sul divano, Trottolizia afferra un cuscino e se lo mette sulla faccia al grido di "mi sono nascosta!". Segue una finta ricerca spasmodica dei due genitori che al grido di "Non vedo Giulia! E' in cucina? E' in sala?" suscitano risatine pazze nel diavoletto biondo da sotto il cuscino, finchè il cuscino stesso non viene sollevato e Giulia accetta di essere stata scoperta. Il protocollo prevede comunque la ripetizione della pantomima per due volte.

Seguono lavaggio denti, pipì e pigiamino, attività che Giulia è ormai in grado di svolgere quasi da sola, in un tempo variabile tra i due ed i ventisette minuti. Ovviamente, maggiore è la stanchezza di mamma e papà, più è lungo il tempo impiegato da Trottolizia per infilarsi i pantaloni del pigiama.

Giro in spalla. Lavati i denti ed infilato il pigiamino, Trottols si accomoda sulle spalle del papà e lo incita a portarla in giro per la casa cantando "Il giro in spalla è il massimo che c'è" sulle note de "Il materasso" di Renzo Arbore.

E non ci siamo ancora nemmeno avvicinati al letto.

-continua-

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