Non sono un tipo mattiniero. Ho sempre invidiato (e un po' odiato, diciamocelo) quelli che, come mia moglie, al primo squillo della sveglia, indipendentemente da che ora sia, saltano giù dal letto e in due minuti hanno già fatto la doccia, preparato il caffè e magari rifatto il letto. A me due minuti servono giusto per aprire un occhio, allungare il braccio e spegnere la sveglia sul comodino.
Ovviamente, potendo scegliere tra due diversi set di geni, il diavoletto biondo ha deciso per quello dell'agitazione mattiniera, per cui non appena la svegliamo, intorno alle sette nei giorni feriali, è perfettamente orientata nel tempo, nello spazio, e sa esattamente cosa vuole: la colazione. Mentre io mi sto ancora trascinando semiaddormentato per il corridoio, Trottols ha già messo le pantofole, è già corsa in cucina, si è già arrampicata sul seggiolone e sta già chiedendo a gran voce latte e cereali.
Questo stato di iperattività continua per tutta la preparazione, soprattutto se nel pomeriggio si andrà a judo o a nuoto; Trottols saltella e parla, parla e saltella, e poi parla ancora, mentre io sto ancora sfregandomi gli occhi semichiusi cercando di capire che mese esattamente sia e che tempo faccia, in modo da decidere come vestirmi.
Il caffè e soprattutto l'aria invernale all'uscita da casa mi scuotono e mi fanno muovere lentamente verso l'asilo, mentre Trottols, continuando incessantemente a parlare mentre mi tiene la mano, tira come una muta di cani da sleddog.
Attraversata la strada, quando ormai siamo sul marciapiede che porta a scuola e non ci sono più pericoli, Trottols emette le quattro parole più temute dal suo anziano genitore: "Papà, facciamo una gara!". Senza aspettare la mia risposta (avete per caso sentito un'intonazione interrogativa nell'esclamazione?) Trottols si toglie lo zainetto di Minnie contenente Papo ed una bottiglia d'acqua, (non si sa mai che le venga sete nei trecento metri che separano casa ed asilo) si ferma davanti ad una immaginaria linea di partenza ed inizia il conto alla rovescia: "Tre, due, uno... VIA!"
Al via! parte di corsa come una centometrista verso il portone della scuola, controllando la posizione del suo avversario (che sarei io) con la coda dell'occhio, pronta a tagliargli la strada nel caso si azzardasse a superarla.
Se fino a quest'estate mi bastava allungare un po' il passo per starle alla pari, adesso mi rendo conto che la camminata veloce non basta più. Mi tocca corricchiare. No, dico, corricchiare. Alle otto del mattino. Mentre sto ancora dormendo.
Arrivata, ovviamente prima, al portone della scuola, Trottols si volta magnanima e "Papà, sono arrivata prima, ma diciamo che abbiamo vinto tutti e due!".
In genere annuisco silenziosamente, cercando pudicamente di non mostrare agli altri genitori presenti l'accenno di fiatone provocato dall'inopinata (e decisamente innaturale) attività fisica mattutina.
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